CAPITOLO GENERALE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

IN CAMMINO NEL TERZO MILLENNIO

 

Il capitolo ha offerto l’opportunità di sperimentare un percorso di discernimento.Questo è stato anche il filo rosso che ha guidato l’intera celebrazione capitolare e costiituisce la strategia proposta a tutto l’istituto per il prossimo sessennio.

 

Il 18 novembre 2002 si è concluso il XXI capitolo generale (CG XXI) delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Un evento di particolare rilievo, sia perché il primo del nuovo millennio, sia perché vissuto in concomitanza con il 125° anniversario della prima spedizione missionaria delle suore salesiane verso le terre di America.

Nella rinnovata Alleanza l’impegno di una cittadinanza attiva è il tema che ha accompagnato la preparazione all’assemblea capitolare ed ha alimentato la riflessione delle 193 Capitolari presenti. Attraverso una lunga ricerca fatta insieme a partire dal tema, esse hanno voluto riattualizzare l’intuizione carismatica dei fondatori san Giovanni Bosco e della cofondatrice S. Maria Domenica Mazzarello. L’istituto è sorto, infatti, nella Chiesa per rispondere alle attese di educazione e di promozione soprattutto delle giovani, perché sappiano essere nella società buone cristiane e oneste cittadine.

 

L’EVENTO

CAPITOLARE

 

Globalmente, il CG XXI delle FMA può essere definito un “laboratorio di comunione in clima di discernimento”. Un’esperienza riuscita, ma non semplice né lineare, come non lo sono le realtà che hanno significato: si sono vissuti momenti di complessità e di ricerca impegnativa. Certo è stato un tempo ricco di vita, di speranza, di eventi, di intrecci relazionali. Un cammino vivace attuato mediante una metodologia interattiva, nell’alternarsi di tempi assembleari, incontri per commissioni di studio, ricerca in gruppi linguistici o interprovinciali. Un evento certo tra i più significativi per la congregazione e per ognuna delle capitolari.

Il capitolo ha offerto l’opportunità di sperimentare un effettivo percorso di discernimento. Quella che è diventata la strategia proposta a tutto l’istituto per il sessennio successivo – il discernimento – ha costituito il filo rosso che ha guidato l’intero periodo capitolare. Si è voluto sfatare l’idea, talora ricorrente, del discernimento come evento occasionale, applicabile a determinate circostanze. Si è invece puntato sul discernimento come stile che deve connotare la vita ed ogni esperienza. La settimana specificamente dedicata al discernimento per le elezioni della Madre e del consiglio generale è stata vissuta in questa ottica e non come momento a sé.

A partire dalla fase iniziale del capitolo ci si è mosse in tale linea, in atteggiamento di attenzione allo Spirito, e ogni sorella è stata coinvolta nella ricerca dei bisogni prioritari presenti nell’Istituto oggi per passare a individuare i criteri su cui si fonda l’animazione delle varie realtà in cui si opera, in questo inizio del terzo millennio e dedicare successivamente un tempo per tracciare il profilo (identikit) di chi sarebbe stata chiamata al servizio di animazione e governo: la Madre e le consigliere generali. La presenza della facilitatrice (una religiosa della Congregazione del s. Cuore), nella settimana del discernimento specifico (24-29 ottobre 2002) ha permesso di costruire un percorso su un terreno preparato.

 

CONVINZIONI

RIAFFERMATE

 

Il tema del CG XXI è stato oggetto di ampia riflessione da parte di tutte le FMA e delle comunità educanti, soprattutto durante i capitoli provinciali. A partire dall’approfondimento del tema e dalla Relazione sulla vita dell’Istituto nel sessennio 1996-2002, presentata dalla Madre generale nei primi giorni di lavoro, le capitolari hanno individuato tre convinzioni di fondo, relative ad altrettante istanze emerse dalle comunità FMA di tutto il mondo: domanda di una più profonda esperienza di Dio; domanda di comunione nello spirito di famiglia; domanda di educazione.

Tre grandi linee evidenziate dai lavori precapitolari, che raccolgono le interpellanze per la nostra vita, scaturite dalla coscienza più chiara della nostra responsabilità ad essere cittadine secondo il vangelo in un mondo assetato di beni spirituali, di solidarietà, di comunione.

Da qui, le convinzioni riaffermate dalle capitolari, in cui confluiscono gli elementi forza che permetteranno di tessere unità nella vita personale e nel servizio al carisma nei prossimi anni.

Queste le convinzioni riaffermate:

– noi FMA crediamo che la nostra vita si radica nell’esperienza del Dio-Trinità sentito, toccato, contemplato nel volto di Cristo, riconosciuto nei volti delle sorelle e dei fratelli, accolto nella storia di ogni giorno;

– siamo certe che la spiritualità di comunione è forza che rigenera lo spirito di famiglia. È partecipazione dell’amore accogliente e misericordioso di Dio che ci chiama a umanizzare la vita e le relazioni. Vissuta nella gratuità e nella gioia, è profezia e passione per il Regno;

– crediamo che oggi la nostra passione missionaria si esprime nella scelta consapevole dell’educazione come via di cittadinanza evangelica. Ci chiede presenza e solidarietà con i giovani, i più poveri, e un servizio coraggioso alla giustizia e alla pace per una convivenza umana più rispettosa della dignità di tutti.

 

VISIONE

E STRATEGIA

 

La rilettura delle convinzioni dal punto di vista del Dio dell’Alleanza ha permesso di cogliere un elemento unificatore, riconosciuto come una nuova chiamata per le FMA nel cammino del terzo millennio. Le capitolari lo hanno definito visione perché porta in sé la forza delle convinzioni, ma anche la speranza della possibilità, la dinamicità del futuro: La comunione sogno di Dio e grido dell’oggi è l’urgenza che interpella le nostre comunità.

È un appello risuonato nell’assemblea, che si è fatta eco delle comunità di tutto il mondo, della realtà dei giovani, degli stessi orientamenti ecclesiali. Costituisce una grande sfida dell’oggi, per “essere fedeli al disegno di Dio e rispondere alle attese profonde del mondo” (NMI).

Questo significa vivere la spiritualità di comunione negli ambienti educativi, nella comunità ecclesiale e anche oltre i suoi confini.

Il capitolo ha voluto anche indicare una via per aiutare ogni FMA a rinnovare il proprio essere e l’operare in modo da esprimere nella comunione il volto del Dio delle beatitudini e vivere da cittadine secondo il vangelo. È la strategia del discernimento, via e forza di trasformazione, fondata su un radicamento più decisivo nella Parola, ed energia per crescere nell’unità vocazionale.

Il discernimento è dono dello Spirito, ma è pure processo personale e comunitario, affidato perciò alle singole persone e all’impegno di coinvolgimento di giovani e laici nella comunità educante. Con questa strategia si vuole esprimere il coraggio di credere nella potenza trasformante e vivificante del lievito.

 

LINEE ORIENTATIVE

PER L’AZIONE

 

Nel documento capitolare, che raccoglie in sintesi il percorso fatto nei due mesi di lavoro, sono indicate alcune linee orientative essenziali per l’azione, che potranno guidare le province nei loro vari contesti culturali. Lasciano perciò spazio alla concretezza delle realizzazioni. Sono linee emerse dal discernimento, alla luce della spiritualità di comunione intesa come “robusta e salda spiritualità dell’azione” (RC 34) e inten­dono essere un aiuto per operare scelte opportune. Sono state così espresse:

– abilitarci all’ascolto sapienziale e alla lettura credente della realtà nella quotidiana esperienza di Dio nell’esercizio del discernimento;

– riesprimere la ricchezza carismatica dello spirito di famiglia nell’esperienza della spiritualità di comunione in uno stile di animazione nella corresponsabilità;

– rinnovare l’impegno per l’educazione con la forza profetica del sistema preventivo nell’educazione alla giustizia e alla pace, nelle scelte coraggiose di vita e di cultura della solidarietà nella valorizzazione dell’interculturalità.

In relazione ad ognuna delle tre linee si sono abbozzati dei percorsi, che esprimono elementi di concretezza e di traduzione operativa. Le tre linee orientative sono interdipendenti: ogni provincia può approfondire quella che è più rispondente al cammino che sta effettuando nella propria realtà e, con tale criterio, può recuperare le altre.

 

ECCO STA NASCENDO

QUALCOSA DI NUOVO…

 

Molte cose dette e condivise nel corso della lunga conversazione capitolare ribadiscono atteggiamenti e scelte che sono cammino quotidiano delle nostre comunità. Ma il capitolo ha affermato interessanti elementi di novità che sospingono verso il futuro su strade di speranza e di rinnovato impegno.

In questa luce, Madre Antonia Colombo, superiora generale dell’istituto, ha tracciato una sintesi dell’esperienza capitolare affermando tra l’altro: “… oso dire che la novità di questo capitolo sta nella decisione, maturata insieme, di dare priorità alla vita secondo lo Spirito, di aiutarci a porre le condizioni per viverla nelle nostre comunità e proporla nella missione educativa, di impegnarci a perseverare nella scelta di percorsi dettati dalle priorità, non dalle urgenze. Le linee orientative e i percorsi proposti nel documento del CG XXI partono e insieme conducono a questa meta, quasi a grembo da cui sono usciti e al quale continuamente ritornano per essere rigenerati con nuova forza, capace di coinvolgere altre persone in un circolo vitale di reciproco arricchimento per il servizio educativo orientato a realizzare la cultura della solidarietà”.

È ancora la madre ad affermare: “Maria, la prima discepola di Gesù, ci aiuti a non anteporre nulla alla comunione e sostenga l’impegno di essere presenti con la sensibilità femminile negli avamposti della storia: presso gli emarginati, gli esclusi, i poveri, specialmente i giovani e le donne, per verificare la verità della nostra risposta all’Alleanza nella qualità dell’alleanza tra noi. Allora comunicheremo quello che abbiamo ascoltato e vissuto nel Capitolo e saremo in comunione su strade di cittadinanza evangelica nei cinque continenti” (Documento capitolare, pp. 109. 112).

sr. Giuseppina Teruggi